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Residui di clorotalonil nell’acqua potabile: adeguata la direttiva per i Cantoni

In determinate regioni della Svizzera, i prodotti di degradazione del clorotalonil riscontrati nell’acqua potabile superano i valori massimi consentiti. È quanto risulta da rilevazioni svolte dai Cantoni. I fornitori d’acqua potabile hanno due anni di tempo per ovviare alla situazione. Hanno quest’obbligo dall’anno scorso. In casi eccezionali i Cantoni possono però concedere ai fornitori d’acqua un termine più lungo. L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha emanato oggi una nuova direttiva.

goccia d'acqua
Immagine: C. Ritz

Dalle rilevazioni eseguite dall’USAV nei Cantoni è emerso che circa il 72 per cento degli oltre 1700 prelievi adempie le esigenze legali. Il 27 per cento presenta invece residui superiori al valore massimo consentito. Le misurazioni sono state svolte in luoghi in cui si aveva motivo di presumere problemi, per esempio in territori in cui si pratica l’agricoltura intensiva. Le rilevazioni mostrano che i limiti vengono superati perlopiù in grandi aree come l’Altipiano. Non sono quindi possibili soluzioni rapide e semplici come miscelare acque provenienti da diverse fonti.

Per garantire l’unitarietà dell’esecuzione, nell’agosto del 2019 l’USAV aveva prescritto ai Cantoni, in caso di superamento del valore massimo, di disporre misure affinché l’acqua potabile rispondesse alle esigenze legali entro due anni. L’Ufficio ha ora deciso di adeguare la direttiva per i Cantoni alle nuove conoscenze nel frattempo acquisite. I Cantoni continuano a essere tenuti a disporre che l’acqua potabile risponda alle esigenze legali entro due anni a decorrere dalla contestazione. Tuttavia, se per ragioni finanziarie, politiche, ecologiche o di tempo non fosse possibile attuare le misure entro questa scadenza, il Cantone può concedere un termine più lungo.

I Cantoni devono informare l’USAV sulle misure disposte e provvedere a che i fornitori d’acqua potabile informino regolarmente la popolazione sui risultati delle analisi svolte e sulle misure adottate.

Il superamento del valore massimo dei prodotti di degradazione del clorotalonil non significa ancora un pericolo acuto per la salute. L’osservanza del valore massimo ha piuttosto lo scopo di garantire preventivamente la protezione della salute. Inoltre, la presenza nell’acqua potabile di prodotti di degradazione di sostanze attive con proprietà tossicologiche preoccupanti va limitata in generale.


Dal 1° gennaio 2020 la vendita di prodotti contenenti clorotalonil è vietata. Con questa misura è stato compiuto il passo più importante verso la riduzione dei prodotti di degradazione nell’acqua potabile. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) giudica probabilmente cancerogeno il fungicida clorotalonil. Per questa sostanza attiva e i suoi metaboliti (prodotti di degradazione) la legislazione sulle derrate alimentari prevede nell’acqua potabile un valore massimo di 0,1 μg/l.

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